
Si è conclusa con il solito, grande consenso di pubblico, la 82a edizione 2009 della 1000 Miglia. Circa 800 le persone hanno lavorato alacremente, contribuendo alla realizzazione di questa manifestazione – definita leggenda vivente - consentendo un successo di pubblico, senza precedenti. Sempre Brescia, la città che ha avuto l’onore di ospitare questa meravigliosa carovana con le più belle vetture storiche prodotte in tutto il mondo, moltissime delle quali, italiane. Infatti, Brescia, in questi giorni ha goduto di grande euforia – mista ai sapori e agli odori degli scarichi – che per una volta non saranno considerati nocivi. E’ bello – ogni tanto – e non fa neanche male – respirare quell’aria di un tempo, prodotta e miscelata ad altre componenti, quali abiti d’epoca, personaggi Vip del mondo dello Sport, dello Spettacolo, della Politica e della Finanza, che non hanno voluto rinunciare a partecipare. Brescia è tornata ad essere invasa da “stranieri” – provenienti da ogni parte del mondo – con i loro bolidi e con tutto il loro equipaggio ed equipaggiamento, infatti dal 9 al 17 maggio è stata al centro di sguardi mondiali. Moltissimi hanno seguito la 1000 Miglia 2009 in tantissimi modi, con la presenza, tramite le grandi emittenti private e pubbliche e per chi non ha potuto, con tutta la stampa internazionale. Fiumi di parole sono state dedicate alla manifestazione – prima – durante – dopo la conclusione. Le iscrizioni erano rimaste aperte – tassativamente - fino alle ore 24 del 20 dicembre 2008, grande e severa la selezione per ammettere solamente le auto più blasonate, quelle che hanno fatto la storia e continueranno a farla e quelle che si sono distinte in particolarissime occasioni. Nell’elenco ufficiale diramato, sono stati prescelti 379 equipaggi – provenienti da ogni parte del pianeta – precisamente da 32 diversi paesi - ammessi quest’anno (375 quelli dell’edizione 2007 e 375 anche per l’edizione 2008). E’ un’avventura sempre nuova, rispondevano univocamente alle mie interviste, sembrava come fosse la prima volta, sempre emozionante e molto carica di un gran fascino. Ogni volta – trovandomi – nel mezzo di tutte quelle “mostruose” auto, alcune uscite appositamente dai rispettivi musei è stato davvero emozionante. Vedere quel luccichio abbagliante delle cromature, toccare la morbida pelle dei sedili, entrare negli abitacoli e respirarne il profumo – che sensazioni - ammirare quelle grandi ruote – moltissime a raggi – notare e scrutare quelle attente ed importanti scolpiture nei battistrada, cosa oramai difficile – per ovvi motivi - ritrovare nelle auto moderne. Tutti quegli orologi – incastonati nelle plance strumenti – ancora funzionanti e perfettamente intonati all’epoca. Nell’insieme, è facile ammirare la perfetta combinazione dei particolari, abilmente collocati e la grande maestria e cura, con la quale sono stati progettati e costruiti. La strumentazione completissima di cui sono dotate, con una infinita varietà di indicatori e segnalatori, (ndr) oggi in moltissime auto è sparito pure l’indicatore della temperatura dell’acqua, sostituito da una semplice spia (che quando si accende – il danno è già avvenuto).