Con l'arrivo della bella stagione, i turisti che affollano le zone costiere si trovano spesso di fronte a banchi di meduse colorate, eleganti nelle forme, ma anche temute per le loro punture.
Le meduse, sono organismi pelagici e planctonici ( ovvero vivono in mare aperto, sospesi nella colonna di acqua) e alla deriva delle correnti marine.
Esse appartengono allo stesso phylum di coralli e gorgonie, costituite per il 98-99% di acqua per questo si presentano con una consistenza gelatinosa; la struttura dell'animale si articola in un'ombrella semisferica, da cui si attaccano il manubrio ( apparato boccale) e di tentacoli di diversa lunghezza.
Questi animaletti urticanti sono dotati di cnidoblasti, cellule che contengono nematocisti capaci di inoculare alla vittima il veleno che gli stessi organismi producono.
Il veleno iniettato della Pelagia noctiluca, provoca delle irritazioni cutanee dolorose, più temute sono le specie di Carukia barnesi, che vivono nei mari australiani e possono anche uccidere l’uomo.
Anche se fastidiose per i bagnanti,le meduse nel loro insieme offrono molto spesso veri e propri spettacoli della natura, per chi ha la possibilità di osservarli. I cromatismi cangianti dovute alle diverse inclinazione dei raggi di luce colorano il mare fino a trasformarlo in una scenografia, dove le meduse sono le vere protagoniste per il loro elegante danzare a ritmo della corrente. La concentrazione di questi banchi di meduse, così numerosa in questi anni è da additare ai mutamenti climatici causati dall'uomo. Il blooms o fioriture delle diverse specie di meduse, si sono sempre verificati in maniera ciclica, mentre la loro persistenza in talune zone è indice di uno stress ecosistemico.
Quest'ultimo generato sia dal surriscaldamento globale della terra sia dalla pesca eccessiva dei grossi pesci pelagici quali tonni, sgombri e spada, i veri predatori di questi celenterati. Per non dimenticare le tartarughe e i delfini, pescati sempre più accidentalmente dalle reti derivanti con conseguente alterazione delle fragile catena alimentare. Un tabù da sfatare è quello che associa le meduse al mare pulito, in realtà se consideriamo le abitudini della specie Aurelia aurita la medusa quadrifoglio non è così, infatti la troviamo in ecosistemi con un alto impatto ambientale.
Dott. Giovanni Musumeci
Scienze Naturali