Porre l’attenzione sul Mezzogiorno come questione nazionale di primaria importanza.
Un urlo a gran voce mosso dalla CGIL, cui aderiranno in tanti, che si concretizzerà, sabato 28 novembre, con la manifestazione nazionale, che in Calabria fa tappa a Cosenza, con raduno alle 9, in piazza Zumbini toccando le vie del centro cittadino.
Un imponente corteo organizzato in sette città delle regioni del Sud che oltre quella dei Bruzi riguarderà Chieti, Napoli, Campobasso, Potenza, Bari e Messina.
In ognuna di esse l’attenzione è il Mezzogiorno come questione nazionale.
Più di 200 i pullman che arriveranno dalle altre città calabresi a Cosenza, centinaia di adesioni da parte d’istituzioni, sindaci, amministrazioni locali, associazioni e scuole che saranno in piazza per Lavoro, Sviluppo e legalità.
Le ragioni che hanno mosso la CGIL a promuovere questa manifestazione sono da rintracciare nella grave crisi che ha colpito principalmente il Sud e la Calabria nei settori sociali ed economici. Il collasso del settore produttivo ha generato più lavoro nero, più disoccupazione, precariato e disagio sociale. La CGIL chiede una revisione complessiva delle politiche per il Sud e un tavolo nazionale per porre all’attenzione del Governo questioni ormai inderogabili per la Calabria.
Allarme confermato dallo stesso recente rapporto Bankitalia che evidenzia i dati negativi in tutti i settori e un peggioramento nella nostra regione rispetto allo scorso anno. Sono ben 27 mila i posti di lavoro persi in Calabria dall’inizio della crisi e altri 35 mila sono a rischio entro la fine dell’anno. Numeri dietro cui si nasconde l’angoscia di altrettante persone, famiglie, giovani. In Calabria sono 750 le persone che vivono sotto la soglia di povertà in una popolazione di 2 milioni di abitanti, dove è tornata ad aumentare, prepotentemente, la diaspora, in particolare di giovani e laureati verso le regioni del nord. Tutto questo a discapito dell’economia calabrese e delle giovani risorse costrette ad emigrare nella speranza di un guadagno e di riuscire a mettere in pratica le proprie competenze.
La manifestazione ha l’obiettivo di chiedere al Governo la messa in sicurezza dei territori e delle popolazioni residenti, piano di stabilizzazione dei precari, degli Lsu e Lpu che lavorano da 15 anni nelle amministrazioni comunali, un piano credibile di finanziamenti per le infrastrutture in Calabria, per la realizzazione in tempo della A3 e l’ammodernamento della statale 106, ancora, sostegno al Porto di Gioia Tauro e un impegno serio per la Sanità nella realizzazione di 4 nuovi ospedali. Queste sono solo alcune delle motivazioni alla base della manifestazione CGIL, basata sul presupposto che solo se il Meridione avrà una nuova stagione di sviluppo allora il resto dell’Italia potrà sollevarsi dalla crisi. Un paese civile non può essere tale se metà delle sue regioni versano in uno stato di ristrettezze economiche e infrastrutturali.
di Angela Mendicino
|