Il tema pittorico della Visitazione riprende un episodio biblico tra i più belli e toccanti che si conoscano. Maria Vergine, dopo aver appreso dall’angelo Gabriele di portare nel suo grembo Gesù, si reca in visita dalla cugina Elisabetta; in attesa a sua volta di Giovanni Battista: di colui cioè che sarà, con la sua predicazione, il precursore di Cristo. Ed Elisabetta l’accoglie con la famosa espressione: “Benedetta tu sia fra le donne, e benedetto sia il frutto del tuo seno”. Si tratta, dunque, d’un momento d’elevata commozione spirituale che artisti d’ogni tempo hanno rappresentato secondo il gusto corrente mediato dal proprio stile personale: così da offrire svariate interpretazioni del medesimo soggetto.
Nelle chiese del Tirreno Cosentino, ritroviamo il tema della Visitazione svolto da tre maestri della pittura napoletana, appartenenti ad epoche diverse; che ne danno ovviamente una lettura differente ma ogni volta avvincente e raffinata.
Aieta – Chiesa di S. Maria della Visitazione
Visitazione della Vergine (F. Santafede)
Ad Aieta, sull’altare maggiore della Chiesa di S. Maria della Visitazione, è una grande pala della “Visitazione della Vergine”, del primo decennio del ‘600, dovuta all’arte di Fabrizio Santafede. Uno dei massimi esponenti del tardo-manierismo napoletano che guarda soprattutto all’esperienza di pittura riformata d’ascendenza veneta e toscana. Così, seguendo i moduli del tardo ‘500, il dipinto è concepito con un impianto grandioso, sia pure temperato da un senso di classica misura. E sviluppa la scena dell’incontro sotto una nuda arcata, posta controluce, che dilaga il suo chiarore in lontananza; mentre figure gravi, in primo piano, si sciolgono in una confidente aura d’armonia.