L’arte e la cultura si compiacciono talora di celarsi in un’aura di mistero che infonde loro un fascino del tutto singolare: fonte certo di minute discussioni, ma occasione pure originale d’arricchimento dello spirito e delle nostre conoscenze. E di tre vicende d’arte e di cultura vorremmo oggi occuparci che lambiscono la zona di confine del Tirreno Cosentino, crocevia di popoli e d’idee, per assaporarne un poco il gusto di mistero.
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Sul tracciato antico della Via Popilia, che univa un tempo la Calabria al resto dell’Italia, per esssere più esatti a Lagonegro, si dice, ad esempio, che sia morta, nel 1506, Monna Lisa: la famosa donna ritratta da Leonardo: uno dei personaggi femminili meglio noti al mondo. Pare che la Gioconda accompagnasse suo marito, messer Francesco Zenobi, in un viaggio d’affari in terra di Calabria, per acquistarvi “una grossa partita di pelli di montone”. E che nella “piccola ed oscura città di Lagonegro”, la madama sia morta; vittima, forse, d’una febbre infettiva o d’un fatidico morbo alla gola; per essere, quindi, tumulata nella locale chiesa di S. Nicola.
E’ vero che la notizia, tratta dal libro La resurrezione degli dèi dello scrittore russo Dmitrij Merezkovskij, del 1901, non ha mai avuto altro riscontro. Così com’è altrettanto vero che studi recenti di Giuseppe Pallanti avrebbero individuato nel convento fiorentino di Sant’Orsola i resti d’una sepoltura che risalirebbero comunque alla Gioconda.
Parigi – Musée du Louvre:
La Gioconda (Leonardo,1503-06)) |