Un maestro del ‘700 calabrese, che attende ancora un adeguato riconoscimento, mi pare sia Genesio Galtieri; che, nato a Mormanno nel 1737 e formatosi col padre, Angelo Galtieri, svolse un tipo di pittura, morbida e gentile, che prelude, sul modello del fiammingo Guglielmo Borremans già attivo a Cosenza, ad uno stile rococò che vale esempio tipico dell’arte nostrana.
Di lui importa, oltretutto, sapere che lasciò buona serie di dipinti sul Tirreno Cosentino; di cui ripercorriamo brevemente le tracce.
A Tortora, nella Chiesa di S. Pietro, è, ad esempio, di sua mano una serie d’affreschi, del 1769, che fascia il presbiterio di colori fastosi: come nello Sposalizio della Vergine e nella Consegna delle chiavi.
Scalea – Chiesa di S.Nicola in Plateis - Battesimo di Cristo (attr. G. Galtieri) – Particolare
Mentre, a Scalea, gli vengono attribuiti due dipinti, nella Chiesa di S. Nicola in Plateis, che svelano un cromatismo di colori tenui e gessosi nel Battesimo di Cristo nelle acque del Giordano, ovvero un gusto del racconto che ha toni di leggenda, nel Miracolo di S. Nicola al Concilio di Nicea.
Presente, pure, ad Orsomarso, nella Chiesa del Battista, con una tarda tela del 1803 che effigia una Madonna del Rosario; lo ritroviamo, a Verbicaro, con due lavori singolari.
Dato che nella Chiesa dell’Assunta è una sua pala, del 1767, che nell’impianto piramidale reca alla base due Santi Vescovi di calligrafico disegno che s’affrontano su uno scorcio lontanante di paesaggio. E sull’altare di S. Maria la Nova, abbiamo invece una Madonna col Bambino, che siede tranquilla in trono, adorata da un angelo.