Lungo il secondo decennio del ‘500, Antonello Gagini, che sempre frequentò la Toscana per approvvigionarsi di marmo, assorbì sempre più l’influenza del classicismo grandioso di Michelangelo e della nuova iconografia mariana elaborata da Raffaello. E ne fornì una personale interpretazione – oltre che nelle opere della Cattedrale di Palermo - nel tondo della Madonna col Bambino (1517) e nella Madonna di Corleone (1520); collocate entrambe nella Galleria Regionale di Palazzo Abatellis. All’esempio alto della Pietà di S. Pietro di Michelangelo, s’ispira pure la Pietà
scolpita dal Gagini nel 1521 per il monastero di Petrizzi; collocata oggi nella chiesa dell’Addolorata di Soverato Superiore (CZ). Tema che il maestro contamina con un senso del pathos di refluenza catalana, che ancora allignava nella cultura dell’isola. |