26 / 04 / 2019
Luigi Giffone ha vissuto per decenni all'estero, entrando in contatto con i maestri del settore e diventando un punto di riferimento mondiale. Da qualche anno è tornato nella sua Tropea.
Classe 1926, nei primi anni di vita Luigi si divide tra Polistena e Tropea, finché non intraprende gli studi in ingegneria a Roma che lascia poco dopo per passare ad architettura. Troppo imbrigliato da formule rigide, capisce di poter liberare il proprio talento solo attraverso una disciplina che sta cambiando il mondo e che lo porta a varcare l’oceano: “Mi offrirono la possibilità di lavorare e completare gli studi a Chicago e accettai subito, venendo in contatto con due maestri dell’architettura moderna: Frank Lloyd Wright e Ludwig Mies van der Rohe”. Probabilmente a molti questi nomi diranno poco, ma rappresentano una pietra miliare del settore. Lloyd Wright, per intenderci, progettò il Guggenheim Museum di New York.
“Per me fu una grande fortuna perché mi permise di costruire un bagaglio che mi è servito in diverse occasioni”. Una vita che prosegue in Inghilterra, dove Giffone si stabilisce per quarant'anni continuando a lavorare a progetti per colossi come Coca Cola o American Motors: “Lì ho trovato l’amore e un popolo di grande civiltà”, racconta con un velo di malinconia. Ma il suo pensiero è fisso alle radici: “Quando è morta mia moglie sono tornato a Tropea, circa dieci anni fa, perché non c’era più niente che mi teneva legato all'Inghilterra. Ma vivendo qui mi rendo conto che è solo l’amore che ho per questo posto che mi fa sopportare il modo incivile in cui viviamo rispetto alle ricchezze che abbiamo. Siamo stati inondati di grazia: mare, sole, paesaggi, storia, architettura, avremmo tutto per vivere bene, eppure riusciamo sempre a ignorare queste bellezze”.
Luigi Giffone: una vera e propria eccellenza del territorio.