In questi giorni, per i suoi 90 anni, sarebbe dovuto arrivare il tributo di riconoscenza della sua gente
11 / 04 / 2014
Se ne va a novant'anni Saverio Strati, uno dei più grandi scrittori calabresi di tutti i tempi. La morte è avvenuta mercoledì 9 a Firenze, nella terra in cui da anni aveva stabilito la sua residenza, ma la notizia è emersa solo oggi e a renderla nota è il sindaco di Sant'Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, il paese della Locride nel quale Strati era nato il 16 Agosto 1924.
Il 2014 era iniziato con un dolore per Strati, che aveva appreso della morte di un altro grande nome della Calabria, Vincenzo Ziccarelli, scomparso il 6 Gennaio: "Qualsiasi cosa dicessi o scrivessi in questo momento, mi porterebbe lacrime", aveva commentato Strati. Due polmoni che hanno dato ossigeno culturale alla Calabria, Ziccarelli e Strati.
Lo scrittore reggino era sempre stato affascinato dal mondo lettarario, anche quando, da giovane, lavorava come muratore. Dopo la seconda guerra mondiale riesce a riprendere gli studi interrotti e a conseguire il diploma. Poi si iscrive all'università di Messina, per studiare Medicina, secondo la volontà dei genitori. Presto, però, riabbraccerà le lettere. E nel 1953 si trasferisce a Firenze, per completare gli studi. Appaiono i suoi primi racconti sulle riviste Il Ponte, Paragone, e sul quotidiano Il Nuovo Corriere. E scrive i suoi primi romanzi: La Teda e Tibi e Tascia.
Per sei anni si trasferisce in Svizzera, poi dal 1964 torna in Toscana, a Scandicci, dove vivrà fino agli ultimi giorni. 1958 sposa Hildegard Fleig, una ragazza svizzera conosciuta a Firenze, e si trasferisce in Svizzera dove vive fino al 1964. Nel 1977 il suo romanzo "Il selvaggio di Santa Venere" vinse il Premio Campiello.